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Argomenti trattati al Centro Ederel
Lo yoga e l’ayurveda hanno elaborato e tramandato, nel corso dei millenni, conoscenze profonde su come agire sulla “materia” del corpo non solo attraverso discipline e vie ascetiche, ma anche con l’applicazione di accurate metodologie di purificazione psico-fisica, tecniche di yoga, alimentazione e preparati alchemici. Yoga, corpo e alchimia È abitudine usare il termine alchimia in senso lato, in modo generico senza fare nessun riferimento alla tradizione stessa dell’alchimia. Lo stesso destino tocca alla parola yoga. Tutto è yoga, tutto è alchimia, è vero. Yoga e alchimia descrivono i processi della vita e in questo senso possiamo certamente usare questi termini a ogni occasione che si presenta. Entriamo in punta di piedi nello yoga e nell’alchimia solo per nutrire il lume dell’intelletto di quel sano cibo di cui certe tradizione sono colme. Dal silenzio la vita interna Arriva un momento nella pratica dello yoga dove suono lascia spazio al silenzio, il movimento all’immobilità in modo tale che da silenzio e immobilità possano emergere varie sensazioni; si rende visibile un mondo da sempre presente in noi, il tantra inizia e si presenta come rivelazione. Nella pratica del silenzio si percepisce l’attività della natura che si risveglia all’interno e si permette alla natura di operare per mostrarci la comunione tra il Sé inferiore e il Sé superiore. La “nostra terra” Rimanendo nel silenzio possiamo prendere contatto con le sensazioni corporee. Le sensazioni corporee sono chiamate nell’alchimia tradizionale “Prima materia” l’elemento quantitativo e qualitativo dell’essere (tra i darshan le qualità della materia sono descritte nel vaisesika). Le sensazioni hanno (o sono) tracce di spirito (oro) racchiuso nella materia, nel corpo (piombo). Il corpo si trasforma grazie semplicemente a una “presa di coscienza (prana)” che riesce a riconoscere il corpo come terra e, grazie a una pratica esperienziale (anubhava), poterlo chiamare infine come lo chiamavano gli alchimisti: “nostra Terra”. È solo l’inizio dell’opera. Il processo alchemico si svolge dopo che il vaso (il corpo) sia stato chiuso ermeticamente (Ermes) dall’interno (è la pratica di prathyahara). Si passa allora a quanto viene descritto nella tradizione di certi tantra: si entra nella via del prana; avviene una circolazione fisiologica delle sostanze interne, la conoscono bene i tantrici che descrivono la circolazione attraverso il sistema di chakra, nadi, kundalini. Nella quiete di un corpo pacificato gli elementi sensibili sono lavorati e trasformano il corpo. E’ la quiete che, secondo le antiche filosofie, produce il movimento interiore, è il purusha che pur “facendo nulla” genera il movimento visibile delle gunas. La tavola di Smeraldo, primo e più antico testo alchemico dell’occidente, recita: l’uno indivisibile è lo spirito o forza vitale del cosmo, la medicina per eccellenza si deve ricavare così: – separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, soavemente con grande ingegno. Questo è uno dei motivi per cui ascoltiamo il corpo durante la pratica di Yoga. Facciamo esperienza dell’ “essere terra”, e del mantenere il fuoco interiore (tapas); lo spirito, attraverso il calore attivato, che per altro lo rappresenta scorrerà in maniera sensibile. Questa operazione non richiede volontà ma va eseguita “soavemente e con grande ingegno”; anche Patanjali ci dà questa indicazione quando parla di haimsa, non violenza. Nella pratica del silenzio i due aspetti, terra e fuoco, materia e spirito emergono e si differenziano, svelando le loro qualità e caratteristiche. È il primo gradino della trasformazione. Qual è l’obiettivo del praticante? Forse sopprimere la propria materia/terra? Forse esaltare le virtù dello spirito? Obiettivo è espresso dal concetto di “hata-yoga”, cioè riunione degli opposti (ha è il sole tha è la luna). Gli alchimisti dell’occidente ci insegnano questo: “Spiritualizzare il corpo e corporeizzare lo spirito di modo che uno assuma le qualità dell’altro”. La tentazione porterebbe portarci ad affermare: “…ma è lo spirito che ci interessa!” Lo sa bene l’adepto di Hermes che il fuoco è nel centro della terra. È vero, ogni praticante dello yoga aspira allo spirito, ma fuggiamo dell’idealismo spirituale e raccogliamo le parole di Valentin Andrae, maestro dell’Arte regale che, nel 1459, nelle sue Nozze chimiche affermava: “Sciagura per colui che possiede uno spirito privo di peso”. L'ALCHIMIA DELLA CUCINA AYURVEDICA La saggezza dell’Ayurveda è sopravvissuta fino ad oggi, grazie al fatto che è stata pratica continuamente negli ultimi 5.000 anni. Non solo come sistema di medicina ma soprattutto come guida pratica ad uno stile di vita, alla scelta di cibi e al modo in cui cucinarli. Secondo l'Ayurveda il corpo umano è composto dagli stessi cinque elementi che compongono l'universo (Acqua, Fuoco, Aria, Terra e Spazio), quando siamo vicini a questi elementi, in altri termini in armonia con la natura, insieme all’equilibrio con le energie (dosha) presenti dentro di noi, godiamo di buona salute. Lo scopo principale di tutti i trattamenti ayurvedici è stabilire l’equilibrio dei tre umori costituzionali (dosha) Vata. Pitta e kapha. Nell'universo fisico intorno a noi questi tre umori naturali o Dosha sono attivi e li troviamo nel nostro ambiente, in particolar modo nel cibo che mangiamo. Infatti, sia il corpo umano che il cibo sono costituiti dai cinque elementi essenziali, Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio. Nella dietetica ayurvedica viene elaborato un sistema naturale che ci rapporta al cibo in un modo armonico: il sistema dei sei gusti in relazione ai cinque elementi. I sapori dolce, salato, acido, piccante, astringente e amaro vengono direttamente associati ai cinque elementi , così ciascun gusto va ad aumentare o ridurre uno dei cinque elementi presenti nei nostri umori corporei. Ad esempio, il gusto dolce connesso agli elementi terra e acqua, il suo consumo aumenta il dosha Kapha (l’umore corporeo dato da terra+acqua) di contro riduce il Vata. Una dieta equilibrata dovrà contenere la giusta combinazioni dei sei gusti in relazione alla propria tipologia costituzionale. Diamo un’occhiata all'alchimia dei sei gusti: Dolce (Terra e Acqua) Il cibo dal gusto dolce è considerato il più nutriente. Esso fornisce vitamine e minerali preziosi per il corpo che sono necessari per assimilare gli zuccheri. I cibi presenti in questa categoria sono cereali, grano, pane, pasta, riso, semi e noci. Molti frutti e verdure sono anche di gusto dolce. Mangiare dolci soddisfa la nostra fame, aumenta il livello di energia nel nostro corpo e ha anche un effetto calmante. Ma l'uso eccessivo di cibi dolci sbilancia il ciclo interno e porta ad obesità e diabete. Acido (Terra e Fuoco) I cibi che rientrano in queste categorie sono latte, panna acida, yogurt e ricotta. Anche tutti i frutti acerbi sono dal gusto acido. Il consumo di cibo acido aumenta l'appetito, aumenta anche il flusso di saliva e di succhi gastrici. Mangiare troppo cibo acido renderà il nostro corpo più inclino ad accusare dolori e crampi. Salato ( Acqua e Fuoco) Il cibo salato, come ad esempio le alghe, aiuta a purificare il corpo e tonificare la ghiandole surrenali, i reni, la prostata e la tiroide. Esso contiene potassio e iodio che aiutano a bilanciare la presenza di sodio. L’elevato consumo di sale aumenta la ritenzione dei liquidi nel corpo, influenzando così i reni e facendo pressione sui vasi sanguigni e su tutti gli organi. L’eccessivo consumo può causare accumulo di tossine. Piccante(Fuoco e Aria) Gli alimenti che sono piccanti includono cipolla, cavoli di Bruxelles, zenzero, senape, peperoncino in polvere e rosmarino. I cibi piccanti hanno una spiccata proprietà curativa, hanno l'effetto opposto dei cibi salati. Riduce il contenuto liquido dei tessuti, migliora la respirazione e migliora il potere di concentrazione. Le spezie piccanti stimolano la mente e promuovono la circolazione nel cervello. L’eccessivo consumo di alimenti dal gusto piccante può aggravare l'insonnia, l’agitazione e l’ansia. Amaro (Aria ed Etere) I cibi amari sono associati agli ortaggi ed in particolar modo alle verdure a foglia verde. Il Cibo dal sapore amaro aiuta la digestione e migliora il tasso metabolico. Astringente (Aria e Terra) I cibi astringenti che rientrano in questa categoria sono sedano, cetriolo, melanzana, lattuga, funghi. Frutta come mele, avocado, frutti di bosco, uva e pera sono anche astringente. Il gusto astringente presente nella frutta è associato alla pulizia dei fluidi corporei, sangue, linfa e sudore. Tutte le informazioni riportate in questo blog sono a scopo divulgativo generico. Liberamente tratti da varie fonti web.
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La DANZA è un'arte performativa che si esprime nel movimento del corpo umano secondo un piano prestabilito, detto coreografia, o attraverso l'improvvisazione. È presente in tutte le culture umane.
Nella cultura occidentale è documentata fin dalla più profonda preistoria insieme ad altre arti quali il teatro e la musica vocale e/o strumentale. Spesso è accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo. La BIODANZA è danza della vita Bios, dal latino, significa vita, mentre danza sta per movimento pieno di significato. Un movimento acquista significato quando coinvolge l’essere umano nella sua totalità, integrando il suo agire al suo pensare e al suo sentire. Il termine “Biodanza” compare per la prima volta nel 1976 riferito a un sistema per lo sviluppo umano e il rinnovamento esistenziale ideato negli anni Sessanta dall’antropologo, psicologo, poeta e pittore cileno Rolando Toro Araneda. È un sistema d’integrazione che si organizza attorno all’ espressione delle potenzialità umane, attivando dei processi psico-fisici salutari di armonizzazione e rivitalizzazione. Guidati dalla musica di differenti generi e diverse culture i movimenti proposti si svolgono in un ambiente libero dai giudizi e dalle prestazioni, dove ci si sente protetti ed autorizzati ad esplorare il proprio universo personale. Si promuovono così stati di benessere sostenuti dalle esperienze di allegria, gioia, coraggio, piacere, tenerezza, ossia, dal mondo affettivo di ogni essere umano. LA VIVENCIA Vivere intensamente l’istante Il termine vivencia indica la possibilità di vivere intensamente l’istante, con grande capacità di presenza. In Biodanza, la vivencia è uno stato psicofisico che attiva processi di integrazione umana profonda, conferendo all’ emozione la qualità esistenziale del “qui e ora”. Ne deriva un sentimento di connessione con sé e con l’altro, che permette ad ognuno di riscattare il senso di appartenenza al tutto. La vivencia in Biodanza è indotta dall’insieme di musica, movimento ed emozione. Quando questi tre elementi si fondono, si apre a ciascuno una via per contattare la propria identità e trovare in essa nuove motivazioni per vivere. Gli esercizi di Biodanza sono danze libere che non seguono schemi estetici o passi specifici, ma invece il movimento nasce da una emozione interna (movimento emozionato) e diventa una espressione di sé e della propria unicità. Le lezioni di Biodanza si realizzano esclusivamente in gruppo, fattore determinante per sentirsi accolti e sostenuti e per poter sviluppare una comunicazione sincera e spontanea. La musica, scelta accuratamente secondo dei principi semantici, varia dal classico, jazz, etnico, pop, e conduce a sentire emozioni ed a tradurle in movimento. Gli strumenti di Biodanza il movimento: la Biodanza si propone di recuperare l’integrazione psicofisica. Biodanza propone il movimento vitale con pulsazione e rinforza soltanto le forme di espressione salutari. la musica: la musica è un linguaggio universale e aiuta ad esprimere le emozioni. In Biodanza si impara ad ascoltare la musica con tutto il corpo. l’espressione sincera delle emozioni: la Biodanza stimola l’espressione delle EMOZIONI SALUTARI lavorando sulla parte Sana della persona e la sua AUTOSTIMA. l’incontro umano nel gruppo: nel gruppo troviamo gli stimoli per poco a poco sciogliere le tensioni e le timidezze e imparare a comunicare ed esprimersi sempre meglio. Si coltiva il non giudizio e la valorizzazione, l’accoglienza, l’allegria di stare insieme. La BIODANZA ACQUATICA è una estensione del Sistema Biodanza, dispone di una tecnica speciale per indurre stati di rilassamento "trance" e regressione che riproducono la condizione intra-uterina. Gli esercizi proposti hanno un grande potere integratore, inducono una profonda armonia e rivitalizzazione. Nell'acqua calda i movimenti necessariamente rallentano e questo permette di raggiungere una fluidità del gesto che crea una condizione fisiologica di riequilibrio del sistema nervoso. La percezione del corpo diventa più sciolta e diffusa, ci sentiamo accolti in un ambiente confortevole, rassicurante e nutritivo. Le funzioni innate di rigenerazione e di autoregolazione sono fortemente stimolate così come la gioia di vivere ed il piacere di essere se stessi. BIODANZA E COLORI ORIGINARI Quando ci sdraiamo al sole in un luogo aperto, il nostro corpo assorbe l’energia della luce, luce che scomposta, dà luogo ai Colori. I colori stimolano una reazione emotiva a ciò che viene sentito e percepito dai nostri occhi e dal nostro corpo. Il colore influenza la nostra vita, le nostre emozioni e la nostra percezione. La storia dei colori è tanto vasta quanto la storia dell'umanità e per questo la scelta con il prof. Rolando Toro Araneda della scala cromatica dei sette colori dell'Iride. Ogni colore dell’Arcobaleno è un Archetipo che genera svariati effetti sull'ambiente, sull'essere umano e la sua Psiche. Tramite la presenza dei Colori e la loro evocazione attraverso le danze, scaturiscono miriadi di sensazioni, emozioni e movimenti che si traducono in una espansione dell'Identità. Danzare in successione i 7 colori dell’Iride, attraverso le danze del Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Azzurro-Blu, Indaco e Viola, genera un’Alchimia esistenziale ed una intensa trasmutazione energetica. BIODANZA IN ARGILLA Sistema Rolando Toro La Biodanza in Argilla offre una rara e indimenticabile esperienza di incontro con sé, con l’altro e con l’intera natura. Facilita i nostri processi di espressione creativa rendendoli fluidi e immediati, carichi di accettazione e amorevolezza. Nella sua plasmabilità l’argilla accoglie le nostre impronte dando vita in modo sorprendentemente facile alle immagini del nostro mondo interiore. Ogni volta che valorizziamo quello che nasce tra le nostre mani stiamo riconoscendo il nostro proprio e fondamentale valore. Con l’argilla liquida, la carezza ci trasporta in una piacevole riscoperta di noi stessi come esseri sensibili e sorgente di affetto, capaci di legame e cura, capaci di amare e creare. Questo è quello che vogliamo intensificare: la percezione della nostra essenza amorosa e creativa, vere chiavi del nostro processo evolutivo e della migliore qualità della nostra vita. AIKIDO disciplina proposta al Centro Ederel
Se state ancora decidendo quale attività sportiva far praticare a vostro figlio, provate a considerare qualcosa di più originale del solito calcio o nuoto, come un’arte marziale. E’ assai probabile che a vostro figlio piacerà l’idea, e state certi che di benefici ne trarrà a profusione. Ma se vi spaventa l’idea di uno ‘sport violento’, toglietevi dalla testa calci volanti e pugni rotanti: un allenamento di arti marziali non è una puntata di Dragon Ball! La maggior parte di queste discipline insegna proprio il contrario, cioè la tecnica, il rispetto, la disciplina e l’autocontrollo, non calci e pugni a profusione. I praticanti di arti marziali si battono per l’armonia. Inoltre imparano anche tecniche di autodifesa efficaci e spesso potenti. Coinvolgere i bambini e ragazzi nelle arti marziali permette loro di trarre benefici in diverse aree della vita. La maggior parte delle arti marziali ha origine in Asia. Ne fanno parte...
Tuttavia sono i risvolti non-visibili ad occhio nudo che spesso rendono entusiasti i genitori. Le arti marziali infatti sono molto consigliate a bambini con scarse capacità di concentrazione o autocontrollo. Per eccellere in queste discipline infatti occorre molto rigore, molta autodisciplina. Insegnano a prendere decisioni veloci (per parare i colpi) ma considerando le conseguenze e soprattutto tenendo in considerazione l’altro, l’avversario, a cui non si vuole far male. L’autocontrollo diventa quindi una peculiarità di molti bambini che praticano arti marziali per anni, ma anche la precisione, perché non si vuole far male all’altro, ma neanche a sé stessi. C’è poi un altro aspetto da considerare: mentre in molti sport esiste una vera e propria competizione in cui si deve dimostrare di essere migliori, in un allenamento di arti marziali non c’è per forza da vincere, ma da migliorare una tecnica, fattore che contribuisce ad aumentare l’autostima con equilibrio e sicurezza. Insomma oltre al fattore fisico che più o meno in ogni attività sportiva viene valorizzato, nelle arti marziali vi è una componente psicologica ed emotiva non trascurabile. Molti genitori testimoniano di figli più tranquilli, pacati, ingentiliti da anni di allenamento. E ribadiamo, sono sport ottimi anche per le bambine per gli stessi motivi. Perché non provare? Quali Sono I Benefici?
Argomento trattato al Centro Ederel
Ti sei mai chiesto come lo yoga influisce sul cervello? Si è notato che la felicità post-sessione che avverti non è una soltanto una sensazione nella tua testa. Usando delle imaging neurologiche, gli scienziati hanno dimostrato che lo yoga in realtà cambia la chimica nel tuo cervello, e questo è un risultato positivo. Proprio come quando si pratica il tai chi, lo yoga può diventare una forma di esercizio e la meditazione può risolvere naturalmente una serie di problemi di salute, in particolare quelli relativi al sistema nervoso. Fa bene al cervello e riplasma la mente, giova ai pensieri e rinvigorisce il corpo: lo yoga si riconferma l’arma vincente contro stress e arzigogoli della testa. Il cervello, con lo yoga trova e ritrova il suo ideale equilibrio grazie non solo a tutta la serie di respirazioni e alle varie posizioni consone ai centri energetici, ma grazie anche a quella capacità di rimodellare alcune strutture del cervello. CERVELLO TRIUNICO Le Neuroscienze moderne parlano di un cervello “triunico”, ovvero di tre strati del cervello medesimo, sede di differenti impulsi e capacità dell’uomo.
Ed è qui che si innesta fruttuosamente la pratica dello Yoga, una pratica che è a doppio senso, un po’ come il nostro sistema nervoso. Un primo approccio sarà quello di aumentare l’energia e la vitalità del sistema corpo-mente, con esercizi che aprano tutto il corpo al respiro profondo, “sgabbiandolo” si dice, facendo esperienza di una respirazione completa, addominale/diaframmatica – toracica – clavicolare, che apporti molto ossigeno, trasformato prontamente dall’organismo in energia per le cellule. Un secondo approccio è ridurre il consumo energetico del sistema corpo-mente mediante il rilassamento profondo, la distensione totale, “corpo disteso, mente distesa”, l’abbandono e la non resistenza allo sforzo. Questa attitudine non solo corporea ma soprattutto mentale, libera da tensioni croniche muscolari e conflitti di vario genere. Man mano che sorge questa calma profonda, questa presenza rilassata a se stessi, il surplus energetico che si crea, diventa disponibile per illuminare le aree silenti del cervello, in un circuito che una volta instaurato si autoalimenta. Comprendiamo bene allora perché lo Yoga è un percorso per espandere la coscienza oltre i limiti del sé psico-corporeo. Attraverso le pratiche meditative possono emergere anche aspetti nascosti dell’inconscio che vengono alla luce. Quando questa emersione provoca un conflitto ecco dischiudersi una grande possibilità di cambiamento e colui che sta praticando può continuare a rivolgersi non solo allo Yoga, ma anche alla Psicoterapia nelle sue diverse espressioni. Lo scopo ultimo rimane sempre il conoscere se stessi e la conquista della propria libertà, autenticità. A dare conferma è una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Immunology che racchiude più esiti scientifici secondo cui gli asana – ossia le diverse posizioni – fanno abbassare l'ormone cortisolo, che con la sua induzione dello stress, è responsabile di una cascata di effetti infiammatori per l'organismo. Le infiammazioni croniche sono considerate causa di una serie di patologie. Secondo il ricercatore dell’ Harvard Medical School, Greenberg, varie analisi hanno osservato cambiamenti nelle strutture cerebrali di volontari prima e dopo classi yoga e meditazione, quelle che sono le strutture collegate all’attenzione, al pensiero, alla consapevolezza sono aumentate di volume. “Dopo 8 settimane di training – spiega – il cervello dei partecipanti ha evidenziato un incremento nella materia grigia dell'ippocampo, coinvolto nell'apprendimento e nella memoria”. E non solo: chi si dedica a meditazione e yoga avrebbe anche una “insula” più grande, ossia avrebbe una più ampia zona del cervello deputata alla consapevolezza del proprio corpo. Ne consegue, quindi, che lo yoga è qualcosa di utile anche per prendere coscienza del proprio fisico e modellarlo nel migliore dei modi. Infine, una ricerca pubblicata nel 2017 su International Psychogeriatric, ha preso in esame un gruppo di anziani con problemi cognitivi di media entità che hanno seguito in maniera alternata 12 settimane di classe yoga kundalini o terapie verbali per il recupero della memoria. Se le capacità mnemoniche sono aumentate in tutti e due i gruppi, gli anziani yogi hanno avuto un miglioramento delle funzioni verbali, visive e delle capacità di prendere decisioni e pianificare progetti. Studi su studi, insomma, provano che lo yoga è buono per il corpo e la mente. Ecco, ora sapete come un semplice saluto al sole possa cambiare il vostro cervello e il vostro stile di vita. #centroyogaederel La scienza ci insegna che il colore non è altro che un’elaborazione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello. La percezione visiva è quindi creata a tutti gli effetti dal nostro cervello e, come tale, è capace di provocare risposte emotive ed atteggiamenti psicologici diversi.
Lo studio di questo fenomeno, che ha molto a che vedere con la neurofisiologia, prende il nome di “psicologia del colore”. Il colore è una sensazione che viene recepita dal cervello e che ha effetti sul nostro organismo e soprattutto sul nostro atteggiamento psicologico. La nostra “tavolozza cromatica personale” dipende dal modo in cui percepiamo i colori esterni e da quali concetti emozionali gli associamo inconsciamente, sia sulla base del nostro vissuto personale, sia sulla base del contesto culturale in cui viviamo che ci influenza più o meno direttamente. <<Gli antichi egizi, per esempio, avevano infatti scoperto che, in base al disagio di cui soffriva una persona, un determinato colore aveva la capacità di curare il problema fisico o emozionale, migliorandone la sua salute. Ad esempio, una persona che soffriva di stanchezza cronica, provava beneficio a rimanere a contatto con il color arancio o rosso, una persona agitata ed insonne trovava invece ristoro con il color verdino, azzurro o violetto. Nei tempi recenti, studiosi come Newton, Goethe, Steiner e Luscher hanno scritto diversi trattati sul colore, analizzandolo sotto tutti i punti di vista: fisico, psicologico, filosofico, storico, etc, riconoscendo e confermando ciò che gli antichi avevano già scoperto secoli prima.>> Curarsi con i colori, secondo principi antichissimi. È il fondamento della cromoterapia: la tecnica che sfrutta il potere dei colori per portare benefici alla salute. I suoi meccanismi non hanno prove scientifiche e sono contestate dalla comunità degli scienziati, gli effetti empirici variano da caso a caso. Ma sin dal tempo degli antichi Egizi, che aggiungevano pigmenti colorati a sostanze medicamentose per esaltarne le proprietà curative, ai colori è associata la capacità di influire positivamente sulla nostra psiche e, di conseguenza, sul nostro corpo. Ansia, stress, rabbia, tristezza lasciano accumulare tensioni in alcune specifiche aree del corpo inducendo stati di malessere. Sebbene considerata una pseudoscienza, la cromoterapia è in questo senso uno dei metodi di medicina alternativa e olistica più semplice e di immediata fruizione ed è utilizzata in vari campi: dalla psicologia alla traumatologia, dalla reumatologia alla dermatologia. Cromoterapia, cos’è e come funziona La cromoterapia come la conosciamo oggi è stata codificata da Christian Agrapart, medico, neuropsichiatra e agopuntore. Si basa sulla codificazione di 12 colori che rappresentano le diverse parti del corpo umano. I colori veicolano delle proprietà benefiche: stimolante il rosso, rilassante il blu, riequilibrante il verde, defatigante il giallo. La cromoterapia è di solito combinata con la luminoterapia: si proiettano cioè dei fasci di luci colorata su tutto il corpo. «È una forma di medicina energetica, basata sull’ indirizzamento sulle zone malate o doloranti di un raggio di luce colorata, in base alle affezioni. Ogni colore – scrive Agrapart – stimola il ristabilimento dell’equilibrio energetico dell’area colpita. Il raggio colorato non agisce attraverso la sua forza di penetrazione, bensì tramite la sua capacità di integrarsi nel sistema difensivo del nostro organismo». I chackra per la cromoterapia sono i centri dell'energia, ogni essere umano ne ha sette e ad ognuno di essi corrisponde uno dei sette colori dello spettro della luce: Rosso: è il colore del sangue e quindi della vita. Agisce sul cuore, favorisce la circolazione sanguigna e alza la pressione arteriosa, stimola l'attività ghiandolare. Serve a mitigare le forme dolorose croniche, risolve le forme catarrali polmonari. Trasferisce alla psiche una forte energia fisica. Arancione: ha un'azione rallegrante ed energetica. Stimola la ghiandola tiroidea, il battito cardiaco, l'espansione dei polmoni e l'appetito. Induce serenità, allegria e voglia di vivere è quindi utile in casi di apatia, nevrosi e pessimismo. Giallo: è il colore più adatto per gli sportivi perché aumenta il tono neuro muscolare e dà prontezza di riflessi. Aiuta la digestione perché stimola la produzione di succhi gastrici e purifica l'intestino, riducendo il gonfiore addominale. E' un ottimo depurativo del sangue. Sulla psiche dona senso di benessere ed estroversione. Verde: è il colore della natura quindi dona serenità. Promuove il benessere totale dell'organismo, aumenta la vitalità e riequilibra le sue funzioni. Apporta benefici ai malesseri legati all'ansia, allo stress e all'insonnia ed è anche un potente germicida e antibatterico. Agisce sulla psiche calmandola, combatte l'esaurimento e l'irritabilità. Blu: questo colore calma, porta serenità emotiva ed armonia. Apporta benefici alla pressione arteriosa abbassandone i valori, cura tachicardia e palpitazioni. Risolve i processi infiammatori in atto: mal di gola, denti, dolori articolari, stomatiti. Favorisce il rilassamento e la distensione. Indaco: cura gli organi sensoriali come naso, bocca e occhi. Stimola l'attività della tiroide, è rinfrescante e depurativo del sangue. Favorisce l'intuito. Violetto: apporta benefici alla milza, allo sviluppo osteo - scheletrico, combatte i disturbi della vescica e dei reni. E' utile contro le sciatalgie, gli eczemi e l'acne. Favorisce la cicatrizzazione. Molte strutture termali, centri benessere e palestre utilizzano ormai i benefici della cromoterapia nei loro trattamenti. Ma circondarci dei colori che più ci fanno sentire bene, nell’arredamento, nell’abbigliamento o a tavola, è un atteggiamento positivo che possiamo mettere in pratica nella vita di tutti i giorni anche senza spendere soldi. Alle Terme di Chianciano, nel parco termale dell'Acquasanta, il primo centro in Italia che si dedica alla neuropatia con i suoi 130 metri quadrati, c'è la possibilità di poter seguire un ciclo di cromoterapia attraverso singole sedute che durano in media 25/30 minuti. La "cromoestetica" cura l'inestetismo estetico e agisce su di esso con il giusto colore, procedendo così alla sua risoluzione. A volte la cromoestetica si alterna ai normali trattamenti estetici per potenziarne i risultati. Oltre alla cromoterapia possiamo "vivere" e appropriarci dei colori in molti altri modi: attraverso una dieta "variopinta", arredando la casa e puntando su determinate colorazioni oppure indossando i colori attraverso i capi d'abbigliamento. Il potere dei colori Dopo una giornata trascorsa al mare sotto il sole, soprattutto se siamo poco vestiti, ci sentiamo più felici, il merito è anche dei raggi solari che mutano in positivo il nostro umore. I raggi solari contengono l'intero spettro dei colori che penetrando nel nostro organismo, attraverso la pelle nuda, ci fanno sentire meglio. Il nostro corpo assorbe solo i colori di cui necessita mentre respinge gli altri. Ed infine vediamo come influisce il colore nella psicologia del consumatore… "Nella società delle immagini il colore informa come nelle mappe.
Qualche dato:
Il colore blu è il preferito dal 40% della popolazione mondiale, ma si piazzano bene anche altri colori è i distinguo vengono fatti in base alla posizione geografia, età e sesso. Anche tra i social esistono preferenze e colori che riescono ad avere una maggiore performance, su Pinterest il rosso sembra dominare. La psicologia del colore è importante, ogni colore ha una sua caratteristica e vince in un particolare settore. Il nero, ad esempio, è il colore dell’eleganza e del lusso. Ottimo per fare da sfondo ai gioielli e i profumi di alta gamma. Se comunichiamo ad un pubblico femminile dovremo utilizzare il rosa, il verde per l’ambiente e la natura, mentre l’arancio è il colore della gioia e della felicità e che difficilmente passa inosservato ottenendo la nostra attenzione. Non è un caso che i pulsanti per inserire i prodotti nei carrelli degli e-commerce lo siano. #centroyogaederel Argomento trattato al Centro Ederel
Info e iscrizioni: segreteria Nunzia 335.6464259 - segreteria amm.va Raffaella 393.9715464 CHAKRA SETTE: PENSIERO Coscienza, Pensiero, Informazioni, Conoscenza, Comprensione, Trascendenza, Immanenza, Meditazione Siamo finalmente arrivati al termine del viaggio, al Loto dai Mille Petali che fiorisce sulla sommità della testa. Qui troviamo la sede infinitamente profonda della coscienza cosmica, noto come settimo chakra o chakra della corona. Questo chakra ci mette in relazione con l’intelligenza divina e con la sorgente di ogni manifestazione. E’ il mezzo grazie al quale raggiungiamo la comprensione e troviamo il significato, è il luogo della liberazione ultima. E’ la coscienza immanente che pensa, ragiona e dà forma e concentrazione alle nostre attività. E’ la vera essenza dell’essere perchè in esso risiede la consapevolezza. Nell’ inconscio, è la saggezza del corpo, nella mente conscia è l’intelletto e il nostro sistema di pensiero, nel superconscio è la consapevolezza del divino. La radice etimologica ”sahaja” significa nato insieme, quindi innato, originario, congenito e riporta in qualche modo al senso di assoluto. Nella tradizione più antica, Sahasrara, si trovava sopra la testa, come una specie di aureola. Tradizioni più recenti, invece, lo individuano alla sommità della testa, dove termina Susumna nadi. Il canale centrale attraverso cui scorre l’energia vitale, e che secondo alcuni potrebbe rappresentare anche il sistema nervoso centrale volontario. Ida e Pingala, i due canali lunare e solare che intersecano Susumna invece terminano più sotto in Ajna perché in Sahasrara non ci sono più dualismi. In Sahasrara c’è l’unità di tutto. Al settimo chakra è associata la ghiandola pineale (epifisi) che fa parte dell’epitalamo, le sue cellule, dette pinealociti, producono la melatonina, ormone che regola il ciclo del sonno. La ghiandola pineale funge da orologio biologico, regola le fasi di sonno-veglia, i ritmi biologici delle attività durante le diverse stagioni. Quando raggiungiamo questo livello, il seme della nostra anima è germogliato dalle sue radici nella terra, è cresciuto verso l’alto attraverso gli elementi acqua, fuoco, aria, suono e luce, e ora si protende verso la sorgente del tutto, la coscienza stessa, sperimentata attraverso l’elemento del pensiero. Il chakra della corona sboccia nell’ infinita consapevolezza, i suoi mille petali, come antenne sono rivolte verso l’alto, verso dimensioni superiori. E’ questo il chakra, secondo la filosofia yoga, della sede dell’illuminazione. Il suo ultimo stadio di coscienza va al di là della ragione, dei sensi e dei limiti del mondo circostante. L’elemento di questo chakra è’ il pensiero, di conseguenza la funzione di Sahasrara è la conoscenza. Il settimo chakra è legato a ciò che sperimentiamo come mente, e specialmente alla consapevolezza che fa uso della mente. La mente fa da palcoscenico per il dramma della coscienza, sebbene a volte ci identifichiamo a tal punto con i nostri pensieri da dimenticare che si tratta solo di una finzione, che tutto è illusorio. I pensieri sono i programmi in base ai quali costruiamo la nostra realtà. Fisiologicamente il settimo chakra, è legato al cervello. Per lo sviluppo del settimo chakra non vi è maggiore attività della meditazione. E’ l’atto stesso attraverso cui la coscienza si manifesta, ed è essenziale per lo spirito come il cibo ed il riposo lo sono per il corpo. #centroyogaederel Argomento trattato al Centro Ederel
Info: segreteria Nunzia 335.6464259 - segreteria amm.va Raffaella 393.9715464 Il mondo è suono... Il suono è vibrazione... La vibrazione è energia... Energia è vita. Tutto ciò che ci circonda è soggetto a vibrazioni e la frequenza si chiama risonanza. I chakra, le ossa e gli organi nel corpo, possiedono una frequenza (risonanza) differente. Per chiarire, la risonanza è la capacità di un corpo di vibrare, risuonare a sua volta, in presenza di un determinato suono. È una legge naturale. Le vibrazioni aumentano se corrispondono alle frequenze del ricevente. Ecco perchè lo stesso fenomeno influisce profondamente una persona, mentre non provoca la minima reazione in un‘ altra. Nello stato di salute dell’essere umano, tutte queste frequenze vibrano in armonia. Tuttavia questo stato di equilibrio si può perdere facilmente. Lo stress, l’ansia, le tensioni fisiche ed emotive, interferiscono su questa armonia interiore e ci conducono alla disarmonia e alle malattie del corpo e della mente. Il suono armonico può influire l’armonia del nostro corpo, armonizzandoci con l’ordine naturale. Il suono è essenzialmente una vibrazione: tutto ciò che vibra emette un suono, che sia percepibile dall’ orecchio umano o meno. Ogni cosa, che siano oggetti o i nostri stessi corpi, possiede dunque una sua vibrazione e un suo “suono”, in quanto costituito da particelle infinitesimali in continua vibrazione. Nella musicoterapia, nelle pratiche spirituali, nei percorsi di benessere acquista sempre più importanza la ricerca e l’utilizzo del potere della vibrazione per armonizzare e riequilibrare il corpo e non solo. Le onde sonore stimolano la nostra pelle in modo simile al massaggio, producendo effetti sugli organi corrispondenti; frequenze particolari guidano la mente a rilassarsi e focalizzarsi; i suoni di particolari strumenti possono innalzare lo spirito verso il trascendentale. Alcuni esempi di noti strumenti dalla potente vibrazione sono le campane tibetane, i didgeridoo australiani e, in modo particolare, il Gong. Il suono del Gong e il Bagno Armonico nelle sue straordinarie vibrazioni sono un’esperienza intensa e avvolgente, dal sorprendente potere curativo. Il Gong è molto più di un semplice strumento musicale, è utilizzato con grande efficacia anche nella pratica dello yoga e a fini terapeutici. Il gong: uno strumento antico e magico Il Gong è uno strumento molto antico, la sua origine è incerta, ma la sua presenza è rintracciata in numerose culture. Si pensa che esista fin dall’Età del Bronzo (tra il 3000 e il 2000 a.C.), che fosse usato dai Romani come strumento di segnalazione, dai Greci per intimidire i nemici e durante i rituali funebri. Proprio dalla Grecia potrebbe essersi diffuso a est, verso l’India nord-occidentale. Le prime menzioni vere e proprie del Gong come strumento musicale e rituale vengono da una zona della Cina tra il Tibet e la Birmania, dove si pensa il Gong sia arrivato attraverso l’India e l’Afghanistan. Oltre che in Asia e in Europa, il Gong è conosciuto e usato per scopi religiosi e rituali anche in Africa e in Sud America. In molte di queste civiltà il suono del Gong era ed è considerato magico.Di certo, il suono del Gong è estremamente potente, molto particolare, unico. Il Gong è uno strumento musicale idiofono, ovvero il suo suono è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento. Altri strumenti musicali necessitano invece di risuonare “accoppiandosi” a un’altra struttura, come ad esempio la cassa di risonanza di uno strumento a corda. Della famiglia degli strumenti idiofoni fanno parte anche gli xilofoni, i piatti, le nacchere e, significativamente, i blocchetti di legno di origine molto antica usati nei templi e le campane. Il suono delle grandi campane delle chiese occidentali è forse l’unico paragonabile alla complessità dei toni del Gong, capaci di trasportare chi ascolta fuori dal mondo materiale e in una dimensione spirituale, trascendentale. Il potere della vibrazione Il Gong come strumento musicale è conosciuto e molto utilizzato nella musica orientale e in quella occidentale. Tuttavia il suo significato più profondo, il suo uso più straordinario, risiede nel grande potere della sua vibrazione: un potere di trasformazione, di guarigione e di elevazione spirituale. Il Gong oggi è utilizzato da terapeuti, dai counselor spirituali e anche dagli yogi: sia per insegnare, che per praticare lo yoga. Il Gong e lo Yoga Il Gong è menzionato in relazione allo yoga per la prima volta in un testo essenziale del XIV secolo, l’Hatha Yoga Pradipika, e in altri testi antichi che paragonano, ad esempio, il risveglio del chakra del cuore ad opera dell’energia kundalini a “un gong che esplode al centro del sole”. La particolarissima vibrazione del Gong aiuta lo yogi a entrare in uno stato spontaneo di meditazione profonda e ha un profondo effetto sia sul corpo fisico che sulle energie del corpo sottile. Libera le nadi, i canali energetici in cui scorre il prana, rimuovendone i blocchi Permette così al prana di scorrere liberamente, aumentando l’energia vitale e stimolando i processi di autoguarigione. I complessi schemi di frequenza del suono del Gong entrano in risonanza con la frequenza sonora caratteristica di ogni singolo chakra, facendoli vibrare nella risonanza per loro ottimale. Ciò permette di riallineare i chakra, aprirli liberandoli. In particolare, il Gong agisce con grande efficacia sul sesto e sul settimo chakra, sulle ghiandole pituitaria e pineale a essi collegate, e sul sistema parasimpatico, una parte del sistema nervoso che presiede alle funzioni corporee involontarie e stimola la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione e l’immagazzinamento di energia. Per questo il gong è uno strumento prezioso e ideale per aiutare la meditazione. Il Gong e il Kundalini Yoga Il Gong viene affiancato alla pratica dello yoga in numerose scuole. In Occidente, l’uso più diffuso del Gong in combinazione con lo yoga avviene nella tradizione del Kundalini Yoga. Yogi Bhajan, il maestro che ha portato il Kundalini Yoga in Occidente, era egli stesso un maestro di Gong. Nel suo insegnamento utilizzava il suono del Gong non solo come parte della meditazione e del rilassamento in una lezione di yoga, ma anche come aiuto nelle terapie per guarire il sistema nervoso, per esempio, dai danni della tossicodipendenza. Nelle parole di Yogi Bhajan, “il Gong è il primo e ultimo strumento per la mente umana […] È il primo suono dell’universo. È il suono creativo di base.” #centroyogaederl Argomento trattato al Centro Ederel
Info e iscrizioni: segreteria Nunzia 335.6464259 - segreteria amm.va Raffaella 393.9715464 Chakra sei: LUCE … AJNA LUCE ⊱ COLORE ⊱ VISTA ⊱ INTUIZIONE ⊱ VISUALIZZAZIONE ⊱ IMMAGINAZIONE ⊱ CHIAROVEGGENZA ⊱ VISIONE L’IMMAGINAZIONE E’ PIU’ POTENTE DELLA CONOSCENZA Albert Einstein La vista ci dà la capacità di ricevere in un solo istante enormi quantità di informazioni sul mondo che ci circonda. Dai nostri sogni, le immagini escono dall’ inconscio e ci mettono in contatto con l’anima. Con l’intuizione, riusciamo a intravedere la strada da prendere, saggezza luminosa che ci guida nelle difficoltà. E il dono della vista, interiore ed esteriore, è proprio l’essenza e la funzione del sesto chakra. Grazie alla vista abbiamo la capacità sia di interiorizzare il mondo esterno, sia di esteriorizzare il mondo interiore con un linguaggio simbolico. Ajna chakra, situato nel plesso cavernoso tra le sopracciglia è il sesto chakra. È il chakra della mente sottile del terzo occhio, quello spirituale, il confine fra il massimo sviluppo dell’umano e l’inizio dello sviluppo spirituale universale. Letteralmente viene tradotto come “cerchio del potere illimitato”. A questo snodo energetico vengono conferite le qualità dell’intuizione e delle percezioni sensoriali dell’esperienza umana. Secondo la filosofia indiana, infatti, l’essere umano ha dieci “porte” per interagire con la realtà esterna. Le prime nove sono i due occhi, le due orecchie, le due narici, la bocca, l’ano e l’organo sessuale. La decima porta, quella della realtà spirituale, è appunto Ajna, che porta anche al collegamento diretto con il settimo chakra superiore, Sahasrara. Il “chakra delle sopracciglia”, come spesso viene definito, è localizzato nel centro della testa, dietro la fronte- a livello degli occhi o leggermente al di sopra. E’ associato al terzo occhio, un organo eterico di percezione psichica che fluttua tra i due occhi fisici. Il terzo occhio è lo strumento psichico del sesto chakra, e lo stesso chakra comprende lo schermo interiore e il vasto magazzino di immagini che costituiscono il nostro processo di pensiero visivo. Il terzo occhio vede al di là del mondo fisico e ci consente una maggiore comprensione. Il suo nome è Ajna, che in principio significava “percepire” e in seguito “comandare”. Questo termine si riferisce alla duplice natura di questo chakra, che accoglie le immagini con la percezione, ma costruisce anche immagini interiori in base alle quali noi governiamo la nostra realtà, comunemente chiamata visualizzazione creativa. Conservare un’immagine nella nostra mente aumenta la possibilità che questa si concretizzi. Questa immagine diventa come un vetro colorato attraverso il quale risplende la luce della coscienza che porta alla manifestazione. Se non vi sono interferenze, la forma che si manifesta è esattamente come la avevamo visualizzata; non sarà così se ci sono interferenze quali, l’intervento di qualcuno, timori dell’inconscio o semplicemente mancanza di chiarezza nella visualizzazione. #centroyogaederel |
"Affidati alla vita in assenza di credenze
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