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![]() ARGOMENTO trattato nella scuola di formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda. Tutti gli otto rami dello yoga hanno la loro importanza nella pratica dell’asana. Il primo ramo dello yoga e’ yama, e viene paragonato alle radici dell’albero perchè è la base sulla quale cresce tutto il resto. Esaminiamo in che modo i principi dello yama sono presenti nell’esecuzione di un asana. Lo yama contiene i principi di ahiṁsa̅, o non violenza, di satya, o sincerità, di asteya, o di liberazione dall’avarizia, di brahmacharya, o controllo del godimento sensuale, e di aparigraha, o assenza di avidità. Immaginate che, nell’ eseguire un asana, vi distendiate più a destra e meno a sinistra. Nel vostro corpo si andrà formando una condizione non etica. Nel lato destro, dove è maggiore la tensione, ci sarà violenza, mentre il lato sinistro, dove è minore la tensione, sembra essere non violento. Per il fatto che il lato destro è più capace e si estende di più, voi fate un buon uso delle cellule in quel lato del corpo, mentre nel lato sinistro non usate appieno le vostre cellule. Sebbene possa apparire non violenza, anche questa è violenza, perchè le cellule intorpidiscono quando non lavorano come dovrebbero. Se distendete di più il lato destro, e meno il sinistro, non dovreste accorgervi della differenza e fare del lato sinistro un uso intelligente fino a portarlo alla pari con il destro? Questo si chiama bilanciamento della violenza e della non violenza, momento in cui sia la violenza che la non violenza scompaiono. Quando il lato destro e quello sinistro si equilibrano, si ha la verità, che è il secondo principio dello yama. Non avete bisogno di osservare la verità; siete già nella verità, perchè non vi sottraete rinunciando a esercitarvi con il lato più debole. E quando c’è una tensione uniforme nell’asana, si crea una straordinaria comprensione e comunicazione tra i cinque involucri, da quello fisico a quello spirituale e viceversa. Si stabilisce cosi’ un controllo delle sensazioni fisiche, delle disarmonie mentali e della contemplazione intellettuale, e questo è il brahmacharya. Ma brahmacharya significa l’anima che si muove insieme all’azione. Quando si arriva all’unità di anima e movimento, quello si chiama brahmacharya. Quando prestate grande attenzione a eseguire gli esercizi ugualmente bene sia dal lato destro che da quello sinistro, non c’è attaccamento o avarizia, perchè quando l’anima si muove con l’intelligenza nel corpo, non vi è più nulla da possedere e nulla da desiderare. Viene meno anche la cupidigia, perchè scompare la motivazione; e quando scompare la motivazione, svanisce anche il possesso, e senza il possesso anche l’avidità finisce. Questi sono i principi dello yama come si manifestano nell’ esecuzione di ogni singolo asana. Tutto questo è conosciuto come la disciplina etica nell’ esecuzione dell’ asana.
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![]() ARGOMENTO TRATTATO NELLA SCUOLA DI FORMAZIONE INSEGNANTI HATHA YOGA E AYURVEDA Se impariamo ad utilizzare correttamente la nostra colonna vertebrale, saremo in grado di liberarci da molti disturbi sia fisici, sia mentali. Questo perché ogni organo del corpo, compreso il cervello, è direttamente o indirettamente collegato alla colonna vertebrale, che è l'area di "controllo primario". Ciò che accade, dunque, nella colonna vertebrale determina in gran parte la qualità della salute psicofisica. Si sostiene che per un corretto funzionamento, la colonna vertebrale deve sempre essere distesa e allungata, mai accorciata. Quando la colonna vertebrale viene accorciata da un cattivo uso o dagli sforzi eccessivi, tutti gli arti e gli organi ne risentono. Anche il collo deve essere sempre libero da tensioni muscolari: molte sono oggi le persone che soffrono di disturbi in questa area e ciò finisce poi, per coinvolgere l'intera colonna vertebrale e, per conseguenza, come si è detto, l'intero il corpo. Si consiglia, dunque, per beneficiare di una corretta condizione della colonna, di mantenere il collo in buona posizione, con il mento un poco orientato verso il basso, ripiegato, cioè, in direzione del “pomo d'Adamo”. Una scorretta posizione dello stesso determina il “disallineamento” dell'intera colonna con le gravi conseguenze delle quali si è già parlato. Quando l'uomo si trova in piedi, cioè in posizione eretta, a causa dell'influenza esercitata dalla forza di gravità, i dischi tra le vertebre (lombari, dorsali e cervicali) vanno sotto pressione e le curve della colonna vertebrale aumentano, determinando i forti disagi che tutti conoscono. A volte sono così gravi che non ci si può nè sedere, nè stare in piedi o dormire senza soffrire, impedendoci di praticare o godere dei benefici di una corretta posizione. Nello yoga si sostiene che alla base della colonna vertebrale è situata la kundalini: e che lo stesso midollo spinale, con i suoi sette chakra, è il principale serbatoio di energia umana e universale. Una colonna vertebrale sana e correttamente impostata, prevede che in nessuna area ci sia rigidità. Disponendo di una colonna vertebrale sana, infine, si dovrebbe beneficiare di una sensazione di leggerezza simile ad uno stato di galleggiamento in acqua. ![]() Il MANTRA YOGA è una scienza esatta. "PENSANDO COSTANTEMENTE AL MANTRA, L’INDIVIDUO E’ PROTETTO DAL CICLO DI NASCITE E MORTI”. Un mantra è detto così,perchè viene conseguito attraverso il processo mentale. La radice “MAN”, nella parola mantra, viene dalla prima sillaba della parola che significa “PENSARE”, e “TRA” da “TRAI” che vuol dire “PROTEGGERE O LIBERARE” dai legami del mondo fenomenico. Un mantra genera forza creativa e conferisce beatitudine eterna. Un mantra, quando viene ripetuto costantemente, risveglia la coscienza. Il mantra è energia mistica racchiusa in una struttura sonora. Ogni mantra contiene nelle sue vibrazioni un determinato potere. Japa o mantra yoga, è la pratica attraverso la quale il potere contenuto all’interno del mantra viene usato per fini specifici. Ogni mantra è costituito da una combinazione di suoni derivati dalle cinquanta lettere dell’alfabeto sanscrito.esistono diversi tipi di mantra. Alcuni, detti bija mantra o mantra del seme, non hanno nessun significato preciso. Essi agiscono direttamente sulle nadi, o condotti nervosi del corpo astrale. Essi vibrano nei chakra lungo la colonna vertebrale, agendo come un massaggio sottile, sciogliendo i blocchi e permettendo all’energia kundalini di scorrere piu’ liberamente. Ci sono anche dei mantra che hanno un significato che puo’ essere tradotto, nirguna mantra, o mantra astratti, creano potenti vibrazioni nel corpo, ma verbalmente affermano l’unione con la coscienza pura e non manifesta. I più comuni sono però i mantra delle divinità, in cui una specifica forma con attributi viene visualizzata insieme alla ripetizione del suono. Gli asana non sono comuni esercizi fisici, sono molto piu’ sottili nel loro effetto, influenzano la mente come il corpo, per i loro effetti che hanno sulle ghiandole endocrine.
Le asana, come descritto da Patañjali, devono essere “stabili e comode”, questo perche’ lo scopo e lo stato da raggiungere, e’ sempre quello meditativo, che non puo’ essere ottenuto se il praticante non ha una padronanza dell’asana tale da poter rimanere seduto comodamente per lungo tempo, senza essere distratto da dolori fisici, o degli arti o scomodita’ nelle postura. La pratica sola degli asana non puo’ portarci alla realizzazione, poiche’ rimane nella fisicita’, e in piccola parte nella sfera psichica. Gli asana purificano principalmente il corpo fisico (annamaya kosa), regolano le secrezioni delle ghiandole e grazie a questo bilanciamento la mente non e’ eccessivamente sollecitata dalle sue fluttuazioni (vrtti), percui se vogliamo controllare le vrtti dobbiamo praticare le asana. Il processo del pensiero non e’ consentito durante la pratica degli asana, bisogna portare ad esempio la consapevolezza (attenzione) al respiro in modo che non vi siano interferenze dovute all’attivita’ mentale. Ogni asana e’ composta da due fasi: dinamica e statica. Nella prima i movimenti devono essere lenti, sicuri e dolci; il respiro deve essere naturale, senza forzature. Per quanto riguarda la fase statica, una volta raggiunta la postura, bisogna mantenerla restando immobili senza sforzo e tensioni. In questa fase bisogna portare la consapevolezza al respiro naturale in modo che la mente non sia disturbata dal flusso dei pensieri. Possiamo classificare gli asana in base ai loro effetti e ai loro meccanismi anatomico-fisiologici in:
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"Affidati alla vita in assenza di credenze
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