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![]() Argomento trattato nella scuola formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda, sarà inserito come pratica nei corsi da settembre 2018 … Tessete l’arazzo del vinyasa con i fili del respiro e del movimento Il vinyasa è il solo collegamento fra un asana e il seguente in un flusso sinuoso. E’ qualcosa di più di un semplice insieme di movimenti fisici. E’ l’unione dinamica dei nostri mondi interiore esteriore. Il vinyasa è l’espressione esteriore del sottile movimento della forza vitale. E’ una manifestazione del prana. Il vinyasa orchestra l’equilibrio. Un equilibrio di forza e flessibilità, di leggerezza e pesantezza, di movimento e immobilità. Tramite il vinyasa si comprende la vibrazione della vita. Quest’integrazione si manifesta quando l’atto della respirazione e il movimento cessano di essere entità separate. Ogni azione incoraggia l’altra. Esse esistono come una sola. Allora la mente è libera e la pratica diventa una danza ritmica. Per capire il vinyasa dobbiamo partire dall’ aspetto grossolano e poi, raffinandolo, possiamo comprenderne gli aspetti sottili. Cerchiamo dapprima di capire la serie di movimenti che sono il collegamento fra gli asana. Quest’insieme di movimenti, con la ripetizione, diviene familiare per il corpo a livello cellulare. Il vinyasa serve a creare calore e permette di esplorare meglio gli asana. Inoltre esso riporta il corpo alla posizione neutra fra una postura e l’altra. E’ bello sviluppare il nostro corpo fisico, ma per scoprire la magia del vinyasa dobbiamo esplorare contemporaneamente il respiro. Quando si realizza bene questo connubio, l’azione diventa spirituale e la pratica fisica agisce da passaggio segreto per un’esplorazione più profonda della nostra identità piu’ intima. Godetevi il flusso e respirate a pieni polmoni!
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ARGOMENTO trattato nella scuola di formazione insegnanti Hatha Yoga e Ayurveda.
SONO APERTE ISCRIZIONI per il nuovo anno 2018/19 Per info costi e iscrizioni: segreteria Nunzia 335.6464259 segreteria amm.va Raffaella 393.9715464 mail: asd.centroederel@gmail.com web: www.centroederel.com fb: ederel *** I concetti dell’ ayurveda, possono apparire tanto estranei alla moderna cultura occidentale, tali concetti non sono tuttavia cosi’ lontani dalle idee del mondo greco antico e del medioevo, per quanto stiano diventando anche queste sempre più estranee al modo di pensare contemporaneo. La prima caratteristica è una struttura teorica che concepisce l’essere umano e tutta la natura come interconnessi. Ogni cosa proviene dalla natura e ogni cosa è formata da tre principi: luce, energia e inerzia e da cinque elementi: spazio, aria, fuoco, acqua e terra. I corpi hanno forme e qualità diverse secondo la combinazione e la proporzione fra questi cinque elementi; i sensi delle creature viventi sono strutturati per interagire con questi elementi. Ogni cosa nel mondo può essere classificata secondo le sue qualità: calda o fredda, liquida o solida, ruvida o liscia, e così via, e ogni cosa ha un’utilità. L’ ayurveda, dunque, colloca il suo particolare oggetto d’indagine, che è la vita intesa come longevità; e quindi il suo approccio alla vita e alla salute è dettato dal buon senso. Per resistere al logorio, il corpo ha bisogno di una manutenzione continua: l’ ayurveda non soltanto riconosce l’importanza di uno stile di vita e di una dieta razionali, ma elenca in modo esauriente le attività e gli atteggiamenti che favoriscono o danneggiano la salute. Si ritiene che l’ ayurveda sia stato tramandato dagli antichi saggi, i quali, a loro volta, l’avrebbero ricevuto dagli dèi stessi. La teoria dei tre doṣa, che rappresenta i principi del movimento, del calore e della coesione come i principi attivi del corpo, spiega i diversi processi fisiologici, la condizione normale e quella patologica. Nel campo dell’anatomia, il contributo dell’ ayurveda consiste nell’ identificazione nel corpo di numerosi punti vitali vulnerabili: i marman. Le parti del corpo, le loro azioni, qualità e funzioni sono tutte classificate secondo i cinque elementi. Lo spazio è correlato alle orecchie, alla voce e agli spazi vuoti; il vento al senso del tatto, alla pelle, al respiro, all’ organizzazione dei tessuti e ai movimenti corporei; il fuoco è associato alla forma e-o colore, agli occhi, al potere della vista, alla digestione e al calore; l’ acqua è correlata al sapore, alla lingua, alla freddezza, alla morbidezza, all’untuosità e all’umidità; la terra determina l’ odore, il naso, la pesantezza, la stabilità e la forma. C’è una corrispondenza anche fra i doṣa e gli elementi: il va̅ta è costituito in prevalenza dal vento e dallo spazio, il pitta dal fuoco e il kapha dall’ acqua e dalla terra. |
"Affidati alla vita in assenza di credenze
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