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La meditazione Zazen è la pratica più utilizzata per avvicinarsi alla Verità dello Zen.
Zazen è il vocabolo utilizzato per riferirsi alla posizione adottata dal Buddha Shakyamuni quando raggiunse l’Illuminazione: si tratta della classica seduta a gambe incrociate tipica della meditazione. La pratica Zazen ebbe origine nell’antica India, dove per sfuggire al caldo oppressivo i pensatori iniziarono a meditare nelle foreste e sulle colline, sotto la chioma di enormi alberi che fornivano loro un po’ di ombra e sollievo. Tuttavia si accorsero che stando in piedi si stancavano facilmente, mentre sdraiandosi si addormentavano. La postura Zazen nacque proprio per consentirgli una posizione comoda che al contempo garantisse la concentrazione. In Zazen il punto focale è quello di armonizzare il corpo, il respiro e la mente. La respirazione gioca un ruolo fondamentale in tal senso: in India il respiro viene chiamato prana o vita proprio per la sua connessione profonda con la nostra energia vitale. Si tratta di un mezzo potentissimo per aiutare la mente a sciogliere le perplessità e le delusioni che la affliggono. Esiste anche una forma ortodossa e semplificata di Zazen, la posizione del loto, che prevede il piede destro poggiato sulla coscia sinistra e il piede sinistro sulla coscia destra. Al termine della meditazione Zazen le mani vengono poste sopra il petto con la mano destra che afferra il pugno sinistro. Segue una passeggiata lenta, scandita da un respiro per ogni passo, chiamata Kinhin, che aiuta a mantenere la mente calma e alleviare la rigidità delle gambe. Nello Zazen non si cerca nulla, nemmeno l’illuminazione. Bodhidharma l’ha definita proprio per questo la pratica della non ricerca. Eppure i risultati che si ottengono da questa meditazione sono sostanziali: se praticata con costanza rinforza il sistema nervoso involontario, apre il plesso solare e apporta numerosissimi benefici tra i quali:
In breve, la pratica prepara il corpo e la mente alla prossima fase dell’attività vitale. I Sutra Un ultimo aspetto fondamentale dello Zen sono i Sutra, gli insegnamenti dei saggi. Il termine è tradotto letteralmente come “filo” dal sanscrito, nel senso di breve frase. L’insegnamento Zen recita: “Una buona parola tiene un asino inchiodato a un palo per cento anni”. I Sutra sono brevi insegnamenti atti a trasformare ed evolvere il nostro pensiero per avvicinarci alla Verità. Si recitano per indurre uno stato mentale che favorisca la consapevolezza e che ci faccia sentire tutt’uno con il mondo. Originariamente la parola fu usata per identificare gli insegnamenti orali tramandati direttamente dal Buddha stesso, che furono poi recitati a memoria dal suo discepolo Ananda durante il Primo Consiglio buddista. Nel buddismo orientale e in quello tibetano, tuttavia, si ritiene che non solo il Buddha, ma anche i suoi discepoli possano aver impartito degli insegnamenti che fanno parte del canone ufficiale. In questi rami del buddismo sono accettati anche altri testi non riconducibili alle originali recitazioni orali di Ananda. Questi testi sono pensati per includere la Verità emanata dalla natura di Buddha, e quindi sono considerati come Sutra. Come portare lo Zen nella nostra vita Quindi, cosa significa realmente vivere lo Zen? Una spiegazione è quella del famoso insegnante di Zen Philip Kapleau nell’introduzione del libro Zen Keys di Thich Nhat Hanh, dove descrive lo Zen come possibile antidoto a molti dei problemi della società moderna: “Una risposta ovvia è – attraverso lo Zen. Non necessariamente il Buddismo Zen, ma lo Zen nel suo senso più ampio di mente consapevole che punta in una direzione; di vita disciplinata con semplicità e naturalezza, opposta ad una vita artificiosa e forzata; di vita compassionevolmente coinvolta nel benessere del mondo e non egocentrica e aggressiva. Una vita, in breve, di armonia con l’ordine naturale delle cose e non in costante conflitto.” In un certo senso, questo non è solo Zen – Kapleau sta descrivendo la vita stessa. Questa è la saggezza intuitiva. Per accogliere lo Zen nelle nostre vite non servono grandi rituali, ma semplicemente piccoli gesti che ci avvicinino alla pace mentale: Vivere ogni momento con consapevolezza. Se stiamo pulendo casa, immergiamoci nell’atto di pulizia; se siamo con i nostri cari, siamo completamente presenti per loro; se ci stiamo rilassando, rilassiamoci e basta, non lasciando che gli eventi del giorno o le preoccupazioni del futuro infestino i nostri pensieri.
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"Affidati alla vita in assenza di credenze
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