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Ci sono luoghi del mondo che portano e rappresentano storia e magnificenza, di questo nostro meraviglioso pianeta. Luoghi sacri per l'umanità che ancora oggi tolgono il fiato, andiamo a scoprirne alcuni ...
Il fascino di Kailasa: un tempio ricavato da una sola roccia Il tempio si trova nell’india centro-occidentale – ad Ellora in Maharashtra – ed è uno dei più antichi tempi indù. Fa parte delle “grotte di Ellora” , ossia 34 templi che si estendono per oltre 2 kilometri, e la sua peculiarità è che è stato realizzato scavando in senso verticale un unico monolite. Fu costruito nel VIII secolo per volontà del re Rashtrakuta Krishna I, e la sua imponente struttura è stata realizzata per richiamare il Monte Kailash. Gli archeologi hanno stimato che siano state scavate circa 400.000 tonnellate di rocce per costruirlo e furono usati solo tre tipi di scalpello. Il Kailasa è un imponente esempio di architettura dravidica. La sua architettura è davvero sorprendente – quanto lo sono le decorazioni scultoree che ancora oggi si possono qui ammirare. Il tempio di Kailasa è un luogo che porta in se la forza della storia e del sacro. E’ oggi un punto di riferimento per il pellegrinaggio (Buddisti, Giainisti e Induisti) e meta per molti turisti. Il fascino della precarietà: la Roccia d’Oro Ci sono monumenti che entrano nel mito per ragioni che nulla hanno a che fare con le caratteristiche, l’aspetto, la storia, la bellezza per cui sono famose. Sono opere dell’uomo, o della natura, che possiedono qualcosa che colpisce inevitabilmente l’immaginario delle persone che le visitano. Anche in Myanmar c’è un monumento che attira visite e devozione per un elemento che potrebbe essere definito bizzarro. E’ la famosa Roccia d’Oro, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del paese. Sorge nei pressi di una cittadina anonima, Kyaiktiyo, in cima ad una collina piuttosto elevata, raggiungibile percorrendo una lunga strada lastricata e tormentata, fiancheggiata da misere abitazioni, negozi di cianfrusaglie, ristorantini ecc. tutto il repertorio del commercio al minuto che si può trovare in Asia. La Roccia d’Oro in realtà non è altro che un masso di granito la cui precaria posizione ha alimentato leggende e superstizione popolare a non finire. Si dice infatti che stia in bilico su una ciocca di capelli del Budda. La sua colorazione dipende dallo spesso strato di lamine d’oro con cui i fedeli l’hanno coperta nel corso dei secoli. In cima a questo masso, è stata piazzata la caratteristica pagoda a stupa, una costruzione di sette metri che dona una certa grazia al colpo d’occhio generale. La caratteristica più inquietante, è come questa roccia riesca a restare in quella posizione. La superficie di contatto tra essa e la massa sottostante, infatti, è davvero molto ridotta; inoltre, il masso sorge di oltre la metà della propria circonferenza sul burrone sottostante, una vista davvero affascinante, come testimoniano le foto. Il Kummakivi Balancing Rock sfida le leggi della fisica Ci sono nel mondo strane ed incredibili formazioni rocciose naturali che sono in equilibrio sfidando le leggi della fisica, come il Kummakivi Balancing Rock. Incredibile ma vero! Due rocce formano questa insolita formazione geologica in equilibrio, definita in finlandese “Kummakivi”, cioè “strana roccia”, una meraviglia della natura. Il Kummakivi Balancing Rock è una caratteristica formazione naturale che si trova nella regione forestale panoramica di Ruokolahti, nella Carelia meridionale, nella parte sud-orientale della Finlandia. Questa formazione consiste di due massi, uno appollaiato in modo precario sull’ altro. Sebbene la roccia superiore sembri che si muova in un dato momento, questo non è mai accaduto. Inoltre, se un essere umano dovesse spingere con forza la roccia, questa non si muoverà neanche di un millimetro. Il punto di contatto tra queste due rocce è piuttosto piccolo e sembra che la roccia superiore stia eseguendo un impossibile equilibrio. Chiunque guardasse il Kummakivi Balancing Rock per la prima volta probabilmente si aspetterebbe che la roccia superiore si stacchi in qualsiasi momento. Tuttavia, la roccia è saldamente ancorata al substrato roccioso e nessun essere umano può spostarla anche se di poco. I mitici Massi della Vecchia A Giuggianello comune della provincia di Lecce in Puglia, situato nel Salento centro-meridionale, una delle maggiori attrattive sone delle enormi sculture della natura, chiamate “Massi della Vecchia”. Su di essi, è stato già scritto tanto, da studiosi e non, e quindi mi limito solo a dire che sono grossi blocchi calcarei di epoca miocenica, e che sono lì da milioni di anni. La loro forma così strana è dovuta all’ azione degli agenti atmosferici, come pioggia e vento, che hanno modellato queste rocce per migliaia di anni. I massi hanno fatto lavorare d’immaginazione la gente del posto, che ricca di fantasia, ha prodotto numerose leggende e ha addirittura assegnato dei nomi ai singoli massi. Lu Lettu te la Vecchia (Il Letto della Vecchia), così è definito, un enorme blocco calcareo che poggia su un basamento di pietra omogenea altrettanto enorme e vagheggia la forma di un letto. Lu Furticiddhu te la Vecchia (Il Volano del fuso della Vecchia), di dimensioni minori rispetto al precedente, ma assai più sorprendente, richiama la forma del volano nel fuso anticamente utilizzato per la filatura a mano delle fibre. Di questo masso un’altra leggenda racconta, che scagliato senza sforzo da Ercole in tempi remoti, nella caduta si sia incardinato sul basamento in un equilibrio talmente perfetto che la semplice pressione del dito di un bambino sarebbe bastata a farlo oscillare. Il Piede d’Ercole, altro grosso monolite a foggia di zampa d’animale che un’altra lettura definisce impronta del piede di Ercole. Si è sempre raccontato che il posto fosse abitato da una vecchia strega, che trasformava in pietra chiunque non sapesse rispondere correttamente alle sue tre domande, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Chi, invece, avesse risposto correttamente, avrebbe ricevuto in dono un grande premio: una gallina con sette pulcini interamente in oro. Al Naslaa è una misteriosa roccia che si trova nell’oasi di Tayma. La sua particolarità è una curiosa spaccatura perfettamente lineare che la divide in due, conferendole un aspetto quasi fantascientifico con un equilibrio che all’apparenza potrebbe sembrare un qualcosa di precario, ma la cui stabilità è ormai storia antica. L’oasi di Tayma si trova nella parte nord-occidentale dell’Arabia Saudita ed è contraddistinta da una storia antichissima, ricca, nel corso dei secoli, di ogni tipo di insediamento umano. I ricercatori che si sono interessati alla roccia di Al Naslaa hanno avanzato qualche ipotesi in merito alla misteriosa fenditura. L’ipotesi più accreditata evidenzierebbe, come presunti responsabili della spaccatura della roccia di Al Naslaa, i movimenti della terra. La causa dello spacco nella roccia sarebbe, infatti, da ricercare nello spostamento del terreno che avrebbe causato uno scivolamento di uno dei due piedistalli che sorreggono la mastodontica parete rocciosa. Tra le altre ipotesi avanzate vi sarebbe anche la possibilità secondo cui, il taglio lineare che divide in due parti roccia di Al Naslaa, potrebbe essere dovuto ad una vecchia (seppur minore) faglia. Le cause del misterioso “monumento” antico, sarebbero tutte riconducibili a fenomeni naturali, la cui veridicità sarebbe confermata da svariate ed esaustive spiegazioni scientifiche. Tuttavia un’aura di mistero aleggia intorno alla mastodontica struttura. Sarà, dunque, colpa di semplici fenomeni naturali o di misteriosi strumenti riconducibili a delle forze aliene? Il mistero si infittisce. Katskhi Pillar, la chiesa più scomoda e irraggiungibile del mondo. Si trova in Georgia, nel villaggio di Katskhi, nei pressi della città di Chiatura ed è probabilmente l'edificio più difficile da raggiungere al mondo. La Katskhi Pillar è una chiesa costruita dagli eremiti nel sedicesimo secolo: con una superficie di circa 150 metri quadrati, è venerata dalla gente del posto come il “Pilastro della vita”. Per anni è rimasta inviolata fino a quando, nel 1944, un gruppo di alpinisti, guidato da Alexander Japaridze, si recò sulla roccia e scoprì l’eremo.
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"Affidati alla vita in assenza di credenze
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