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Lo yoga in acqua: migliora l'equilibrio, tonifica, rilassa e manda via la cellulite.
L'ultima novità in fatto di fitness è un training che sfrutta i benefici dell’acqua calda e i principi delle asana con un triplo vantaggio: rilassa, tonifica e rivitalizza tutto il corpo. Si chiama water yoga o woga e lo pratichi in piscina con l'acqua a una temperatura attorno ai 33-35°. «Per via dell’assenza di gravità, nell'acqua è più facile eseguire le posizioni dello yoga. Ma c'è di più. Rispetto ad altre attività in vasca come l’acquagym, questa disciplina è adatta a tutti, perché è molto lenta e dolce per non sovraccaricare muscoli e articolazioni» «Non serve nemmeno saper nuotare, si tocca sempre. Il livello dell’acqua in vasca varia da 110 a 140 cm». Come molte delle discipline innovative, anche il Woga arriva dall’America e più precisamente dalla patria del fitness e del benessere, la California. La disciplina è nata circa 10 anni fa ad opera di un terapista americano, Harold Dull, primo tra tutti a comprendere come l’acqua fosse uno degli ambienti più idonei per praticare diverse attività tra le quali lo Yoga. Woga è un termine composto dalle parole water e yoga e lo si può quindi tradurre come “yoga in acqua”. Sarà forse per la quasi totale assenza di gravità, per il ricordo dei nove mesi trascorsi nell’utero materno o per l’alta percentuale di acqua presente nel nostro corpo che questo fluido vitale rappresenta l’ambiente di lavoro ottimale per tante discipline fitness. Una leggenda racconta addirittura che uno dei primi Yogi aveva il nome di Matsyendra meglio conosciuto come l’uomo-pesce. Si narra che Shiva insegnasse in riva al mare le tecniche Yoga alla moglie, la dea Pârvatî, che però si mostrava poco interessata, contrariamente ad un pesce che osservava incuriosito gli esercizi. A quel punto Shiva resosi conto del particolare interesse che il pesce aveva per lo Yoga decise di spruzzarlo di acqua facendogli assumere immediatamente sembianze divine, da lì il nome Matsyendra, il Signore dei Pesci (matsya “pesce”, Indra “signore”). Al di là dei miti e delle leggende, praticare Yoga in acqua è forse una delle cose più naturali e semplici che possa esistere. Le posizioni e i principi dell’Hatha Yoga si adattano a meraviglia all’ambiente acquatico. Insieme alle Asana (posizioni statiche) c’è il Pranayama cioè il controllo e la regolazione della respirazione. L’acqua addolcisce i movimenti, sblocca le articolazioni, allunga e scioglie i muscoli, dona il giusto equilibrio psico-fisico e migliora le capacità di concentrazione. Lavorare in acqua è utile perché allontana le tensioni negative, previene lo stress, l’insonnia e l’ansia. Per lavorare in piscina non occorrono prerequisiti particolari. Non è indispensabile saper nuotare; gli esercizi sono eseguiti in piedi, seduti sul fondo della piscina ma anche in galleggiamento con l’ausilio di particolari supporti. Tramite la pratica del Water Yoga è addirittura possibile superare la paura dell’acqua. Carico articolare quasi nullo Possibilità di assumere posizioni impossibili a terra, in particolare le Asana dello Yoga spesso molto difficili anche per atleti esperti; L’acqua aiuta a mantenere le Asana poiché ha una densità maggiore dell’aria; Questo fluido ci riporta alla mente sensazioni e pensieri prenatale, quando si era avvolti e coccolati da questo fluido della vita; In acqua i suoni sono attenuati, si assapora il silenzio e i movimenti del corpo producono un dolce fruscio. Tutto questo aiuta a rilassare la mente ritrovando il giusto equilibrio psico-fisico. La mente distesa e concentrata riesce a comandare meglio i muscoli anche in movimenti all’apparenza difficili. Chi può praticare il Woga Essenzialmente tutti ma in particolare: Le donne in gravidanza. Aiuta le future mamme a rilassarsi prevenendo eventuali affaticamenti alla colonna vertebrale classici durante i nove mesi. Per il feto è utilissimo poiché migliora il trasporto di ossigeno. L’acqua realizza un massaggio generale sull’intero corpo e aiuta la circolazione sanguigna. Durante la gravidanza la capacità di equilibrio diminuisce, è per questo che alcune Asana dello Yoga devono essere evitate. Con l’esecuzione in acqua si risolve anche questo problema. Inoltre una pratica costante potrebbe preparare la futura mamma ad un eventuale parto in acqua. Le persone di terza età. Il carico articolare ridotto permette anche a soggetti avanti con gli anni di eseguire posizioni spesso impossibili a terra. Riduce inoltre tutti quei fastidi articolari che sopraggiungono con gli anni come artriti e reumatiti. I soggetti che hanno subito traumi o interventi chirurgici necessitano a volte di un periodo di riabilitazione. Il Woga rappresenta spesso un valido protocollo di lavoro a seguito di fratture ossee o periodi di inattività fisica. Le persone in medio o forte soprappeso. Sovente gli obesi hanno difficoltà a svolgere una corretta attività fisica a terra a causa del peso corporeo esagerato e dell’eccessiva pressione che esso esercita sul sistema muscolo-scheletrico. L’acqua riduce il carico articolare permettendo a tutti di eseguire una corretta attività fisica. In questi casi comunque è bene integrare il Woga con un lavoro aerobico a terra specifico che consenta la riduzione del tessuto adiposo. Tutte le informazioni riportate in questo blog sono a scopo divulgativo generico. Liberamente tratti da varie fonti web. #centroyogaederel BLOG EDEREL
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